Il Pianeta del Tesoro
(Treasure Planet)
2002

ATTENZIONE. Tutte le immagini relative a Walt Disney o alle opere della sua azienda, sono © Disney.

La locandina originale del film Così, ci siamo arrivati! Come qualcuno cominciò a dire fin dai tempi del grande ritorno della Disney, il cartoon del terzo millennio si sarebbe dedicato alla fantascienza.
In realtà, "Il Pianeta del Tesoro" sposta tra stelle e nebulose le atmosfere di un romanzo classico, forse il romanzo d'avventura per antonomasia: "L'Isola del Tesoro" di Robert Louis Stevenson, con risultati, purtroppo, non sempre convincenti.

Sul piano strettamente tecnico, la scelta dell'ambientazione risulta invece funzionale all'esplosione di effetti speciali e alle ardite inquadrature consentite dal computer. La sensazionale tridimensionalità che la Deep Canvas consentì in "Tarzan", raggiunge nuovi confini nello spazio siderale di questa pellicola.

La Disney torna così a ispirarsi a questo romanzo, a oltre mezzo secolo dal primo film senza nessuna scena in animazione. Era il 1950 quando uscì "L'isola del Tesoro" in versione Disney.
La trama è la stessa, con adattamenti minimi, ma le situazioni sono ovviamente agli estremi. Il ragazzo protagonista, Jim Hawkins, si trova ora a interagire con creature bizzarre e mostri di ogni genere, in sostituzione di pirati e marinai in giro per gli oceani.
L'avventura di Jim ha inizio per caso, quando Billy Bones gli consegna poco prima di morire una mappa, per non farla cadere in mano al temibile Long John Silver, un cyborg pirata. La consegna avviene nella locanda di Sarah, la madre di Jim.
Pochi attimi dopo, l'arrivo di Silver coincide con la fuga dal locale e la distruzione dello stesso.

Jim nelle sue evoluzioni nel cieloLa mappa mette Jim in condizione di partire alla ricerca del favoloso "Tesoro dei Mille Mondi" del Pirata Flint e di scoprire se si tratti solo di una leggenda o no. Il Professor Delbert Doppler organizza la spedizione e in breve, gli eroi salpano a bordo del galeone solare R.L.S. Legacy, al comando del Capitano Amelia, donna severa e decisa, oltre che molto capace. Nella sua nave non sono ammesse imprecisioni di sorta.

Il cyborg Long John Silver

Purtroppo, l'intero equipaggio assoldato da Doppler è, all'insaputa del professore, un manipolo di fuorilegge al soldo dello stesso Silver, sulle tracce di Jim e del tesoro.
Il ragazzo lo ignora e lentamente si affeziona al cyborg, nel quale vede un sostituto della figura paterna che gli è mancata.
Anche il pirata, a modo suo, si lega al ragazzo.

Viene però il momento in cui la verità si rivela al giovane e, di conseguenza, l'equipaggio si ammutina e prende possesso della nave solare. Una rocambolesca fuga salva la vita a Jim, a Doppler e al capitano Amelia, ma il trio finisce sotto assedio. Al centro della situazione c'è la mappa, al momento smarrita sulla R.L.S. Legacy.

L'assedio al nascondiglioUn nuovo personaggio si unisce al trio: il robot B.E.N., che navigò con il Pirata Flint e conosce la storia del tesoro. Purtroppo l'assenza di un modulo di memoria dalla testa dell'androide lo mantiene in stato... confusionale. Saprà comunque rendersi utile, consentendo a Jim di sfuggire all'assedio e recuperare la mappa sul vascello solare.

Silver sa il fatto suo, però, e prende di nuovo in mano la situazione.
Riprende il viaggio dei nostri eroi verso il tesoro e, alla fine, le intuizioni di Jim si rivelano fondamentali per il suo ritrovamento. Una immensa quantità di oro e gioielli si presenta agli occhi dei ricercatori, che sono ora più ricchi di quanto avessero mai sognato.

Il pirata Flint scelse quel posto per morire, e Jim ne trova perfino le spoglie. Flint è ancora seduto sul ponte della sua nave e nella sua scheletrica mano, stringe il modulo di memoria che manca a B.E.N., il robot.

Jim e Silver si affrontanoUn attimo dopo il reinserimento del modulo, B.E.N. si ricorda di una trappola nascosta in quei luoghi, un attimo prima che tutto inizi a tremare e il tesoro prenda a scivolare in mille crepacci, trascinando con sè tutto e tutti.
Difficile la fuga e non tutti ce la fanno. Jim e Silver, i più motivati in questa caccia al tesoro, si trovano uno di fronte all'altro, mentre l'oro che hanno cercato così a lungo sparisce sotto i loro piedi. Il ragazzo arriva ad un passo dalla morte mentre il pirata si trova a dover scegliere tra la ricchezza e la vita del suo giovane rivale. Una decisione sofferta, la sua, qualunque cosa decida.

Mentre quel magnifico luogo diventa sempre più infernale, tra fiamme ed esplosioni, il manipolo di superstiti deve salvare la pelle. Una concitata fuga in cui anche le frazioni di secondo sono fondamentali, è l'unica via di salvezza.
Per il pirata, comunque, l'alternativa alla morte è la prigione, in conseguenza della sua condotta sul vascello e durante tutta la caccia al tesoro. O forse c'è un'altra possibilità?

Lo spettacolare "spazioporto"

Il racconto è, tutto sommato, fedele alla trama voluta da Robert Louis Stevenson, perfino i nomi dei personaggi sono spesso gli stessi. Di conseguenza il film scivola via bene, mantenendo vivo l'interesse per tutta la sua durata.
Il problema è, forse, nella massiccia presenza di elementi curiosi e sorprendenti. Questo caleidoscopio riesce però più a pasticciare la pellicola, che a vivacizzarla.
Il gioco è un po' quello già sperimentato con le grandi fiabe, dove si poteva essere certi che il pubblico seguisse la trama anche aggiungendo o modificando elementi, data la notorietà del racconto. Ne "Il Pianeta del Tesoro" però, qualcosa non funziona a dovere.
Sarà un caso (si fa per dire) ma i momenti migliori sono quelli incentrati su personaggi umani, o quasi, come Jim, Sarah e Silver. Meglio se in ambientazioni stile Ottocento. I luoghi in cui i personaggi si muovono, sono infatti un misto tra passato e futuro, con edifici in legno dotati di accessori da ventunesimo secolo. Bella la R.L.S. Legacy, in tutto e per tutto un veliero dei bei tempi andati, ma dotata di coreografiche vele solari che le consentono di navigare nei cieli, anziché nei mari. Quando si dice "nave spaziale"...

Il film è in molti momenti prodigo di meraviglia per gli occhi, grazie ad una valanga di effetti speciali che portano, ad esempio, la R.L.S. Legacy al centro di un'esplosione stellare. Il "punto di non godimento" del film, è però nascosto proprio quì. Siamo ormai abituati a effetti visivi sempre più spettacolari, che fagocitiamo e metabolizziamo in fretta, ma ancora oggi resta più stabile il ricordo della pionieristica CGI de "La Bella e la Bestia" che l'insistito 3D de "Il Pianeta del Tesoro". Come dire che una danza di piatti e bicchieri può essere più memorabile di una stella che esplode. La tecnologia va sempre avanti, ma il sistema migliore per creare l'incanto è ancora quello che ben conosceva Walt Disney, una strada difficile da seguire, ma indubbiamente un traguardo da raggiungere.

Per essere giusti, però, non si può non dire che il "Il Pianeta del Tesoro" nasce come film d'avventura ed è come tale che va visto. Non avrà l'incanto delle fiabe Disney, ma ha il ritmo e la spettacolarità di un buon prodotto che sa garantire una bella serata in famiglia.
A ben guardare, la pecca del film è nella domanda che il pubblico cominciò a porsi appena si sparse la voce della sua uscita: perché il Pianeta e non l'Isola?


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