Hercules
(Hercules)
1997

ATTENZIONE. Tutte le immagini relative a Walt Disney o alle opere della sua azienda, sono © Disney.

La locandina del film Sul finire del millennio, la Walt Disney ha proposto la sua versione di uno dei miti più longevi e famosi dell'antica Grecia.
Per visualizzare le immagini si è scelto uno stile che doveva richiamare i motivi dell'arte classica, ricca di decorazioni e greche (che non a caso si chiamano così).
Il disegno dei personaggi si adegua, divenendo spigoloso e piatto, ma con un esplosione di colori che compensa la semplicità (apparente) del tratto. Il risultato è uno stile inedito per un film Disney.

Il mito di Ercole, ripulito delle più epiche battaglie e delle famosissime fatiche, nonchè reinterpretato alla maniera Disney, fornisce lo spunto del film.

Sono le Muse a raccontarci la storia del semidio, utilizzando ritmati brani gospel e coreografie ricercate che valgono loro un posto di rilievo nel film. Le muse non sono recluse nel ruolo di narratrici, ma restano impresse nella memoria del pubblico come qualunque altro (buon) personaggio.

Sul Monte Olimpo, gli dei festeggiano la nascita del figlio di Zeus, destinato a grandi cose dalla sue origini divine. Alla gioia collettiva non si aggiunge Ade, dio degli inferi, perché il piccolo dio gli preclude la strada verso il potere, così, nel momento stesso in cui rende omaggio al bimbo, Ade sta già meditando la sua eliminazione.

Le Muse, narratrici del film
Un dio è una creatura immortale, impossibile quindi ucciderlo, ecco perché Ade affida ai suoi galoppini Pena e Panico il compito di somministrare al piccolo una pozione magica in grado di far scomparire ogni traccia di sovrannaturalità dal bimbo.
Nel momento in cui Hercules berrà l'ultima goccia, perderà la sua immortalità e Pena e Panico avranno buon gioco nell'ucciderlo.

Pegaso, fedele amico di HerculesPer fortuna qualcosa non funziona e Hercules ingurgita la micidiale bevanda senza però finirla, una sola goccia fa la differenza tra la vita e la morte della creaturina.
L'effetto del beverone è comunque molto potente e priva Hercules di tutte le sue doti divine, a parte la straordinaria forza fisica.

Hercules è ora un bimbo mortale, non può più vivere sull'Olimpo. La sua nuova casa è quella di Anfitrione e Alcmena, che lo allevano come un figlio, con le gioie e i dolori del caso.
Per una coppia di anziani contadini, un ragazzo dalla forza sovrumana è una mano santa, peccato però che il giovane non la sappia controllare e che combini spesso disastri di ogni misura. Il problema è che Hercules si sente fuori posto, in qualunque situazione.
Nel momento in cui i suoi genitori adottivi gli rivelano che lui non è davvero loro figlio e che ignorano le sue vere origini, Hercules parte alla ricerca di sè stesso.

Pegaso, Filottete e HerculesQuando una colossale statua di Zeus si anima e gli parla, Hercules è terrorizzato, ma solo finchè non si rende conto che quello non è altri che suo padre. Zeus indica al giovane la strada da percorrere per il suo ritorno sull'Olimpo, e Hercules la segue.
Ad istruirlo sarà il fauno Filottete, già mentore di personaggi quali Achille o Giasone. Megara, Hercules e PegasoLe speranze di cavar qualcosa dal giovane forzuto sono poche, ma Hercules impara in fretta e ben presto è pronto per far cose sensazionali; tra queste, il salvataggio di una "D.I.D.: Donzella In Difficoltà".
La prescelta è la giovane Megara, colta nel tentativo di sfuggire ad una mostruosa creatura messa a guardia di un fiume. Purtroppo, quello che Hercules non sa è che Megara è al servizio di Ade e che lo sta aiutando a mettere in piedi un esercito per detronizzare Zeus. Megara è legata a Ade da un contratto, ma agisce anche per disprezzo del mondo. Hercules, in qualche modo, comincia a dimostrarle che non tutto è da disprezzare.

Ade, il dio degli InferiSolo in questo momento, Ade scopre che Pena e Panico non hanno portato a termine la loro missione e che l'omicidio di Hercules non è mai avvenuto, ma forse non è troppo tardi. In modo sempre più aperto, il dio degli inferi attenta alla vita del figlio di Zeus, facendone però sempre di più un eroe e avvicinandolo al suo ritorno sull'Olimpo. Nulla sembra poter fermare il giovane invincibile, dato che non ha punti deboli, cosa che crea soddisfazione e ammirazione in Megara. Ma Ade è furbo e malvagio quanto basta per vedere nel nascente idillio di Hercules e Megara il lato debole del ragazzo.

Con un inganno, Ade riesce ad intrappolare Hercules in uno dei contratti a lui tanto cari, obbligandolo a cedere le sue forze miracolose e ad affrontare così il dio dei morti, a patto che nessuno paghi le conseguenze di questo. La lotta appare destinata ad un esito negativo e Hercules non può contrastare Ade in nessun modo. Megara rompe il suo contratto e si schiera dalla parte del non più forzuto ragazzone, e chissà che qualcosa non si possa ancora fare...

Una colorata immagine pubblicitaria
L'originale stile grafico del film, rompe con le tradizioni disneyane e spiazza un po' il pubblico con i suoi colori irreali. Nelle scene sull'Olimpo, ogni dio ha un suo colore e, anche se negli inferi le tonalità grigie e scure dominano, Pena e Panico sfoggiano colori piuttosto vivaci.
Le musiche sono di ispirazioni Gospel, a sottolineare una certa "religiosità" del soggetto, incentrato su dei e creature oggetto di culto per un lungo periodo della storia dell'umanità.
Le voci dei personaggi nella versione italiana sono, tra l'altro, quelle di Veronica Pivetti, Raoul Bova, Zuzzurro e Gaspare e di un riconoscibile e bravo Giancarlo Magalli che crea un convincente Filottete.

Nonostante qualche carattere azzeccato, alcune gag riuscite e la massiccia presenza di tecnologie digitali, il film nel suo insieme manca di qualcosa. Diverte la satira della celebrità e del consumismo e qualche momento musicale risulta ben concepito, ma tutto si perde in un contesto caotico sul piano visivo e strutturale, mantenendo l'intero prodotto su un livello dignitoso, ma non eccezionale.
Già con "Fantasia" del 1940 avevamo visto gli dei dell'Olimpo sullo schermo, ma in quel caso l'incanto trasudava dai colori sgargianti e dalle musiche di Beethoven. "Hercules" si assesta su livelli inferiori, puntando invece su atmosfere più leggere e divertenti ed è questa, probabilmente, la chiave di lettura per apprezzare il film.


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