I Racconti dello Zio Tom
(Song of the South)
1946

ATTENZIONE. Tutte le immagini relative a Walt Disney o alle opere della sua azienda, sono © Disney.

La prima locandina del film Nel 1946, quattro anni prima de "L'Isola del Tesoro", una pellicola Disney veniva presentata come Walt Disney's First Live-Action Musical Drama, quindi come primo film ad azione vivente della Disney.
Allora "L'isola del Tesoro" non è il primo? O la locandina qui accanto, che riporta la scritta, è sbagliata?
Niente di tutto ciò.
A differenza di quanto era avvenuto per prodotti come "I Tre Caballeros" o "Il Drago Riluttante", le sequenze riprese dal vivo non erano il collante per degli episodi realizzati in animazione ma, all'opposto, era la parte animata ad essere al servizio di quella recitata. Insomma, per la prima volta gli attori erano chiamati non ad introdurre una storia ma ad interpretarla e "viverla" sullo schermo.

Non è difficile credere che la scelta fu fatta anche per motivi economici, dato che l'animazione era (ed è), un processo costosissimo. Al di là di questo, però, c'è un fatto ineluttabile: il film è un capolavoro.

Il titolo originale, "Song of the South" è più evocativo e fascinoso di quello italiano. Da noi si è preferito sottolineare il lato fantasy con "I Racconti dello Zio Tom", cercando magari un assonanza con il celebre Zio Tom della altrettanto celebre capanna. Che sia questo il motivo del cambio di generalità dell'uomo? Lo zio Tom, infatti, in America si chiama Remus.

I protagonisti della vicenda sono sostanzialmente tre: lo zio Tom, anziano cantastorie di colore, il piccolo Johnny, nipote della proprietaria della terra dove Tom vive e la dolce Jinny, deliziosa bambina, povera al pari dello zio del titolo.
Fratel ConigliettoSiamo negli Stati Uniti del Sud, negli anni della schiavitù.
Johnny arriva a far visita alla sua ricca nonna e lì vede i suoi genitori separarsi. Forse per la prima volta si rende conto che tra sua madre e suo padre qualcosa non funziona più. Decide di fuggire per trovare suo padre ma, provvidenzialmente, si imbatte in uno schiavo che gli regge il gioco. Finge di voler partire con lui ma, di fatto, lo scoraggia. Ha di meglio da fare: racconta al giovane fuggiasco una delle sue popolarissime storie che narrano di conigli parlanti, di orsi tontoloni e di perfide volpi, creature note ormai in tutta la piantagione come Fratel Coniglietto, Compare Orso e Comare Volpe.
Sono storie semplici e immediate, con il grande merito di essere sempre specchio di situazioni reali, e di fornire la soluzione ai problemi. Non a caso, quella storia parla di Fratel Coniglietto e del suo desiderio di lasciare la sua casa, salvo poi scoprire che l'idea non è poi un granchè.
Johnny torna a casa, felice di aver trovato un nuovo amico.

Lo zio Tom e... il suo pubblico

La vita scorre tranquilla, sia pur con i suoi problemi quotidiani. Girovagando per le terre di famiglia Johnny incontra Jinny, alle prese con i suoi terribili fratelli Jack e John, che vogliono affogare il suo cagnolino. Johhny interviene e tutto finisce in una zuffa, ma il premio è duplice per l'eroe del momento: il cagnetto è salvo e Jinny gli diviene amica per la pelle.
La piccola gli affida il cane per allontanarlo dai fratelli, ma a casa della nonna Johnny riceve il divieto di tenerlo. Tanto è saggia la nonna, quanto è severa la madre. Il cane se ne deve andare.
Johhny dovrebbe riportarlo indietro, ma ritiene più giusto lasciarlo alle cure dello zio Tom che, ignorando l'ordine materno, accetta di buon grado.
Compare Orso, Compare Volpe e Fratel ConigliettoL'amicizia tra Johnny e Jinny è sempre più salda ed è la sola cosa, insieme ai racconti dell'anziano schiavo, che rende serena la vita del bambino.
L'ultima avventura che il vecchio gli ha raccontato è quella di Fratel Coniglietto che, per sfuggire dai suoi persecutori Compare Orso e Comare Volpe, li convince dell'esistenza del Trastulliolà, immaginifico luogo dove ognuno trova la sua felicità.
Tutti ne abbiamo uno, spiega lo Zio Tom, ma ciascuno deve trovare il proprio.

Purtroppo le cose sono destinate a cambiare e se da un lato sua madre, fortunatamente con poca convinzione, dimostra di non gradire la sua amicizia con Jinny (perché poi, non è chiaro. Perché ne teme i fratelli? O solo perché è povera??!!) dall'altro, la scoperta della presenza del cucciolo a casa dello zio Tom è un intollerabile disubbidienza!
La colpa ricade in qualcha maniera sull'uomo reo solo di aver accontentato un bimbo. La sua influenza su Johnny disturba l'educazione materna. C'è un solo rimedio: lo schiavo non può più raccontare le sue storie a Johnny.

Fratel Coniglietto nei guaiPiù facile a dirsi che a farsi. In primo luogo, Fratel Coniglietto è ormai celebre in tutto il circondario grazie a Tom e lui non può fare a meno di raccontarne le vicende, in secondo luogo, proprio chi ha dei problemi avrebbe bisogno di quelle storie. Ma è soprattutto uno il problema: il grande affetto che ormai unisce il giovane rampollo bianco e l'anziano schiavo di colore. Sarebbe insopportabile per lo zio Tom evitare il piccolo e, peggio ancora, non raccontargli più fiabe create apposta per lui.

Lo zio Tom, con il quale sono cresciute centinaia di persone, comprese la madre e il padre di Johnny, lascia le terre dove ha sempre vissuto.

Johnny, ignaro di tutto, corre alla capanna del cantastorie perché ha capito che proprio quello è il suo Trastulliolà, il luogo dove è felice, ma la capanna è vuota.
Un calesse in lontananza sta portando via uno schiavo e il suo carico di sogni e racconti. Ma Johnny non ci sta e comincia a correre. Non c'è modo di raggiungere il calesse se non quello di attraversare un campo recintato. In quel campo, però, vive un pericoloso toro che vede invaso il suo territorio.
Compare la mamma di Johnny che chiama invano il piccolo e lo vede superare le deboli assi in legno per correre verso lo zio Tom, un attimo prima che il toro carichi.

Ora regna il silenzio nella ricca, grande casa della nonna di Johnny. Il piccolo è a letto, privo di sensi, e al suo capezzale c'è sua madre. C'è anche suo padre, tornato d'urgenza alla notizia, ma non basta.
Il piccolo chiama lo zio Tom ma i suoi genitori, forse dimentichi del potere dei sogni, non danno peso alla cosa. Solo la nonna, sufficientemente saggia da saperlo, scende le scale e esce di casa fino a raggiungere, sull'uscio, il nugolo di persone in attesa di notizie sul piccolo. Chiama lo zio Tom, che ha naturalmente rimandato la partenza, e lo invita in casa.

Il vecchio racconta di un luogo felice, dove mamma e papà sono felici, dove tutti sono felici, perché quel Trastulliolà è il più felice Trastulliolà del mondo.
Un po' quello che succede quando Johnny riapre gli occhi e sorride allo zio Tom, dopo che tutti hanno ascoltato quest'altra splendida storia di fantasia che ha tanto il sapore della realtà. O era una storia vera che sembrava di fantasia?

Nella sequenza di chiusura del film, ritroviamo i protagonisti che cantano la celebre "Zip a Deeh Dooh Dah" e così ritroviamo Jinny, Johnny e lo zio Tom che cantano nei viali alberati della Georgia e, a sorpresa, arriva anche Fratel Coniglietto che, meravigliando lo stesso Tom, canta la sua parte di brano seguito poi da diverse creature animate, nel più classico lieto fine Disney.

"I Racconti dello Zio Tom" è sicuramente un ottimo film, pieno di musica, allegria e buoni sentimenti. Non ultimi gli effetti speciali, capaci di destare meraviglia nei momenti in cui i cartoni e gli attori recitano insieme. Se ne occupò il grande Ub Iwerks, e si vede. Una meraviglia per gli occhi anche a diversi decenni di distanza.
Nonostante questo, la pellicola è piuttosto rara; pochi passaggi TV e la videocassetta è fuori catalogo da molti anni, sicuramente più dei classici sei-sette del ciclo di ritorni abituale.
Qualunque sia il motivo, c'è da augurarsi che non blocchi ancora a lungo questo tesoro negli archivi.
Tra l'altro, se in Europa abbiamo avuto occasione di possedere la videocassetta, in America stanno ancora aspettando. Un vero peccato.

Ad interpretare lo zio Tom, fu chiamato l'ottimo James Baskett, insignito di un Oscar speciale per questo ruolo, ma all'onore del premio si contrappose l'umiliazione di non poterlo ritirare per l'assenza di camere d'albergo nella zona per ospiti di colore (!!!).
Johnny e Jinny sono Bobby Driscoll e Luana Patten, onnipresenti nei film Disney di quegli anni e quelli immediatamente seguenti.
Un'ultima chicca è il personaggio della governante di colore della casa che ha il simpatico volto di Hattie Mc Daniel, famosa ancora oggi per il ruolo di Mamy in "Via col Vento".


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