(The Little Mermaid)
1989

Nel 1989, a trent'anni esatti da "La Bella Addormentata nel Bosco", finalmente la Disney tornò a presentare un film d'animazione tratto da una fiaba. Il disegno portato avanti dalla gestione di Michaeal Eisner e Roy Edward Disney prevedeva un recupero dello stile classico della Disney, e cosa c'è di più classico di una fiaba per l'azienda di Walt?

Negli anni in cui si mise in produzione "The Little Mermaid", l'azienda non era ancora uscita dalla crisi dei primi anni ottanta anzi, lo avrebbe fatto proprio con questo film. "La Sirenetta" è il film della rinascita.
"La Sirenetta" sta a "La Bella e la Bestia" come "Biancaneve e i Sette Nani" sta a "Cenerentola".
Una equazione che vuole essere una riflessione sul fatto che se non fosse arrivata Ariel a Disneyland, forse non avremmo mai avuto i film d'animazione seguenti. (Brrr!)

Prima di questo film, in realtà, la Disney aveva già attirato l'attenzione del pubblico in modo tutt'altro che lieve con almeno due film: "Oliver & Company" e "Chi ha incastrato Roger Rabbit?". Ma il successo del primo non mise in chiaro che la Factory era di nuovo nel pieno delle sue forze, e il clamoroso riscontro del secondo diede gloria alla Touchstone Pictures, che è sempre Disney, ma non tutti lo sanno.

Quando si usciva dalle sale dove si proiettava "La Sirenetta" si aveva l'impressione di aver visto uno dei bei film di una volta; amore, musica, avventura, divertimento, sequenze da antologia e un cattivo memorabile. Se questo film fosse nato ai tempi di Walt, non sarebbe stato troppo diverso da così.

Tra l'altro Walt Disney in persona aveva più volte pensato di creare una sua versione di questa fiaba di Hans Christian Andersen, arrivando addirittura a definirne i contorni. Esistono dei disegni degli anni '40, opera soprattutto di Kay Nielsen, che lo provano.
Questi disegni sono stati ripresi in mano dagli artisti della nuova generazione in modo sufficiente da giustificare il nome di Kay Nielsen nei titoli di coda del film. Un'incontro tra la vecchia guardia e quella nuova. Il ponte perfetto tra due epoche dell'animazione.

La storia originale prevedeva un finale che ha contribuito a far naufragare il progetto; Andersen, infatti, condannava la sua eroina a non coronare il suo sogno e a trasformarsi nella spuma delle onde, perdendo così per sempre la possibilità di sposare il principe. Questo non è quello che ci si aspetta da un film Disney. D'altra parte mutare l'epilogo di una fiaba classica vuol dire snaturarla.
"La Sirenetta" non era realizzabile?
Ad un certo punto si è presa una decisione: "creiamo la versione disneyana"! Che è poi quello che Walt Disney ha fatto fin dall'inizio.

La trama del film sposta negli abissi del mare un problema vecchio come il mondo: il conflitto tra genitori e figli. Il tema principale, infatti, è per buona parte del film quello dei confronti tra la sedicenne Ariel e suo padre: Tritone, re del mare. Ariel è affascinata dal mondo degli umani, ne colleziona oggetti, ne chiede notizie all'amico Scuttle, un gabbiano che, in quanto tale, fa spola tra terra e mare.
Il re del mare proibisce i contatti con gli esseri della terraferma. Tritone teme gli umani, un popolo che usa veleggiare sui mari per fare razzia delle creature che vi vivono. Cosa accadrebbe se se un giorno catturassero la sua figlia preferita? Ariel, di contro, è convinta che non ci sia poi tutta questa differenza tra i due popoli e che al di là delle apparenze ci siano dei cuori nei petti delle creature che vivono al sole. I pregiudizi di Tritone non influiscono sulle idee di Ariel.

Durante l'ennesima puntatina in superficie, Ariel assiste al naufragio di un veliero e salva da morte certa il principe Eric. Lei se ne innamora ma lui, semi-svenuto, stenta a capire quello che è successo. I suoi ricordi sono vaghi e imprecisi.
Quando Tritone scopre l'accaduto è furibondo, la sua rabbia lo porta a distruggere l'intera collezione di oggetti umani di Ariel. La giovane, sconvolta, chiede aiuto ad un personaggio mito del regno disneyano: l'istrionica strega del mare Ursula, una piovra nera con fattezze umane.
La strega mira al potere, alla corona di Tritone; conta di raggiungere il suo scopo grazie alla principessa Ariel.
Le propone un patto diabolico: le offre le gambe per andare dal suo amato in cambio della voce. La sirena ora è muta. Il patto prevede che se Ariel ed Eric non dovessero scambiarsi un bacio d'amore entro tre soli giorni, la principessa diverrebbe una proprietà della strega. Ariel accetta. Quello che non sa è che Eric ricorda soprattutto la voce della ragazza misteriosa che lo ha salvato, ma quella voce, ora, appartiene ad Ursula.

Ad accompagnare Ariel in questa corsa contro il tempo ci sono l'amico di mille avventure Flounder, un pesciolino giallo e blu, e il simpaticissimo granchio Sebastian, incaricato dal re in persona di sorvegliare la giovane sirena ma che, di fatto, ne ha molto più a cuore la felicità che lo stare alle regole.

Ariel ed Eric si incontrano, ma lui non la riconosce. Il bacio stenta ad arrivare e in più, quando la scintilla scocca di nuovo tra i due, le murene Flotsam e Jetsam, al servizio della strega, si prodigano affinchè il bacio non abbia luogo. Ursula parte allora all'attacco e grazie alla voce di Ariel e ad un incantesimo, porta Eric all'altare. Ariel ha perso.
Ma gli amici possono stare a guardare? No di certo! Scuttle, Flounder e Sebastian fermano le nozze ma i tre giorni del contratto scadono comunque e la strega esulta. La sirenetta è sua! La baratta con la corona di Tritone e aquisisce enormi poteri. Ora è Eric che non sta a guardare e affronta la strega. Emozionante lo scontro finale, a tratti ripreso da quello di "Sleeping Beauty"

Un film ricco di atmosfera e sentimento che suonò come una decisa affermazione della "Walt Disney Production". Fu come se da Burbank una voce dicesse: SIAMO TORNATI!