Il Re Leone
(The Lion King)
1994

ATTENZIONE. Tutte le immagini relative a Walt Disney o alle opere della sua azienda, sono © Disney.

Una bella e suggestiva locandina Per la prima volta nella sua ultradecennale storia, nel 1994 la Walt Disney presentò un lungometraggio di animazione dalla sceneggiatura assolutamente originale. Tutte le opere precedenti sono infatti tratte da fiabe, racconti o libri già esistenti.
In realtà, come è ovvio, ogni lavoro creativo possiede riferimenti a qualcos'altro.
All'uscita nelle sale del film si fece un gran dire che era chiaramente una versione con animali dell'Amleto di Shakespeare (il re ucciso dal suo stesso fratello, l'erede scampato alla morte, il fantasma della vittima...). La trama appare anche come una riedizione moderna di "Bambi" (la perdita del genitore, il tema della crescita, la riconquista del dominio...). I fans dei "Manga" e degli "Anime" lo ritengono un plagio di "Kimba, il Leone Bianco" un classico della produzione televisiva nipponica.
Il prodotto finale è, ad ogni modo, uno dei successi Disney più grandiosi, sia un termini di gradimento del pubblico, sia in termini più meramente economici.

Rafiki benedice il piccolo reUn maestoso inizio che celebra la spettacolarità della natura africana, ci accompagna alla Rupe dei Re, dove il babbuino-sciamano Rafiki benedice il principino Simba che si affaccia alla vita.

Sotto gli occhi benevoli dei genitori Mufasa e Sarabi, nonchè di tutti gli animali del circondario, il piccolo viene presentato al mondo.

Poco lontano c'è qualcuno che non ha presenziato alla cerimonia, mettendo subito in chiaro cosa ne pensa. Il fratello del Re Mufasa, Scar, zio di Simba, sogna il trono e la nascita di un erede reale glielo preclude.
Il saggio re Mufasa Mufasa sottovaluta l'odio che il fratello cova verso di lui e che, invece, cresce sempre di più, fino a diventare un'arma incontrollabile.
Il malvagio ScarL'alleanza di Scar con le iene non promette nulla di buono e quando Simba, come tutti i bambini vivaci, sfugge ai controlli dei genitori, queste arrivano ad un passo dall'ucciderlo, per ordine dello stesso zio!
Mufasa lo salva, ignorando il ruolo che suo fratello ha avuto in questa storia.

Scar ordisce un nuovo, astuto, crudele, terribile piano: convince l'ingenuo Simba ad aspettare Mufasa al centro di un vallone, dove di lì a poco dovrebbe arrivare anche il suo papà. Il piccolo non sa che più a monte c'è un intero branco di centinaia di gnù. Ad un segnale dell'infido fratello del re, le iene scatenano l'inferno, spaventando gli animali e facendoli fuggire nel vallone. Il fragore di migliaia di zoccoli riempie il canalone di roccia, una nuvola di polvere appare al suo interno. Simba è lì, sulla traiettoria del branco, senza possibilità di fuga.
Scar corre da Mufasa, con una ipocrita espressione di paura e preoccupazione, e spiega che il piccolo è in pericolo.
Mufasa non esita e si precipita in aiuto di suo figlio, nel bel mezzo della trappola di Scar, affrontando il branco impazzito.

La sequenza della trappola

La sequenza è bellissima e tremenda. Una grande musica di Hans Zimmer segue le immagini dall'inizio alla fine, elevando le emozioni ad un livello superiore. Un sapiente montaggio aggiunge adrenalina.

Mufasa raggiunge Simba un attimo prima che venga investito. Lo prende con la bocca. Viene colpito da uno gnù. Viene colpito ancora. Riesce a salire sulle pareti della valle quanto basta per aprire una via a suo figlio, per poi venire travolto dalla furia degli animali impazziti. Grazie al suo valore riesce a sopravvivere fino a questo punto e trova di nuovo la forza di arrampicarsi su una parete di roccia. Proprio sopra di lui c'è suo fratello. A Mufasa serve aiuto. Lo chiede a Scar. "Lunga vita al re", gli dice il crudele leone guardandolo con occhi che svelano tutto il suo profondo odio.
Mufasa scopre quanto sia grande la cattiveria di suo fratello, ma è troppo tardi.

La furia della mandria in fuga nel vallone si placa e Simba cerca suo padre. Lo trova disteso accanto ad un albero spezzato; spezzato come la vita del re.
La scena più dura e violenta dell'animazione Disney pare conclusa, ma lo spettatore subisce ancora l'immagine dello zio del leoncino che incolpa il piccolo della morte di Mufasa. Psicologicamente molto forte. Scar induce Simba alla fuga poi, come se non bastasse, dà ordine alle iene di uccidere anche suo nipote!
Un roveto ferma gli assassini e consente a Simba di proseguire la sua corsa verso l'ignoto e verso il deserto. Qui, le iene ne sono certe, la giovane creatura non sopravvivrà.
Scar sale al trono, con un falsissimo discorso addolorato, e porta con sè le iene. Il disastro è completo. Il fiorente regno di Mufasa è crollato.

Timon & PumbaaDall'inizio della corsa del branco di gnù fino a questo momento, il film non concede una sola pausa allo spettatore e offre momenti di dolore, violenza, pietà, rabbia, con una forza inusuale.
Quando vediamo Simba disteso, immobile nel deserto, un urlo da Western introduce due personaggi esilaranti: il suricate chiacchierone Timon e il facocero flatulento Pumbaa. Alla vista del leoncino decidono che, forse, allevandolo come un amico, avrebbero un prezioso alleato, anziché un predatore, come la natura vorrebbe.
Un po' d'acqua lo aiuta a riprendersi ma il cibo scarseggia, per lui. In una sequenza molto colorata, ma anche piuttosto disgustosa, Timon e Pumbaa insegnano a Simba a nutrirsi di larve e insetti. Superata la comprensibile repulsione, il piccolo felino impara ad apprezzare tutto ciò.
Il senso di colpa che il piccolo sente come un fardello, viene alleggerito dalla strana coppia grazie alla loro filosofia di vita, riassumibile tutta in "Hakuna Matata", che significa semplicemente "senza pensieri".

Il tempo passa e Simba diviene un giovane e forte leone, ormai dimentico del suo passato. Succede però che un ricordo del padre riaffiori, di tanto in tanto. Ma la vera scossa arriva quando una leonessa solitaria giunge nelle terre dove vivono lui, Timon e Pumbaa.
Quella leonessa è Nala, sua amica di infanzia, in cerca di qualcuno che possa aiutare il suo branco a liberarsi dal rovinoso regno di Scar. Nala è riuscita nella sua missione, trovando addirittura il legittimo re.

Non è facile convincere Simba a ritornare a casa, poiché il dolore e la colpa sono un ostacolo troppo forte. Anche lo sciamano Rafiki lo cerca e, quando lo trova, una sana bastonata lo rimette sulla via di casa. Il re è tornato.

Il regno che fu di Mufasa è al disastro, una distesa arida è ciò che ne resta. Simba, con al fianco Nala, Timon e Pumbaa, ritorna sulla rupe dei re dove ritrova sua madre e tutto il suo branco. Soprattutto ritrova Scar e lo affronta. Affronta anche quel senso di colpa che ha condizionato tutta la sua vita, scoprendo che è del tutto infondato. Il colpevole della morte del re è colui che ne ha usurpato il trono. La lotta è all'ultimo sangue e, se anche Simba si rifiuta di uccidere suo zio, il destino si compie quando le stesse iene si rivoltano.

Rafiki indica a Simba il punto più alto della rupe dei re, il redivivo sovrano riprende il suo posto.
Tempo dopo, la natura è tornata rigogliosa in quei luoghi, una nuova cerimonia mostra agli animali un nuovo cucciolo, figlio di Simba e di Nala. Un giorno il regno sarà suo.

La vita continua

Il film, annunciato in America per il Natale del 1993, uscì invece nell'Estate dell'anno successivo. Si cercò di boicottare il prodotto per l'eccesso di violenza contenuta ma, nonostante ciò, fu presto chiaro che nessun film d'animazione avrebbe retto il confronto con la storia di Simba. Gli incassi furono esaltanti.
La violenza che accese la miccia era quella della scena della morte di Mufasa, in effetti molto dura. Sul piano psicologico è determinante il fatto che per la prima volta il cattivo (e che cattivo!) è un parente stretto e diretto del protagonista. La figura di Scar che ordina seccamente "uccidetelo" non è certo dolce.
Nell'insieme, il film ha una forza di impatto come mai nessun cartoon aveva avuto prima e, nonostante tutto si svolga tra animali parlanti, il realismo è assoluto. Questo è vero al punto che la sequenza dei sogni di potere di Simba cucciolo (disegnata con stile infantile) e quella del bieco Scar che canta con le iene tra rocce che si muovono tra sbuffi di gas e piccole eruzioni, sembrano per un momento spezzare il film (in quest'ultimo caso, però, la musica, il testo e proprio le atmosfere create dal contesto creano una sequenza memorabile).

Splendide le musiche, create dal veterano Hans Zimmer e da Elton John voluto per una scelta rischiosa ma azzeccatissima. "Can You Feel the Love Tonight" e "The Circle of Life" sono due veri e propri Hit. La musica di sostegno è bellissima, e carica di emozioni. Menzione d'onore per la nostra Ivana Spagna, qui al suo esordio in lingua italiana, interprete del brano d'apertura.

"Il Re Leone" rappresenta il culmine (almeno sul piano economico) di quel periodo di travolgenti successi iniziato nel 1989 con "La Sirenetta". L'anno dopo le cose avrebbero cominciato ad assestarsi con "Pocahontas", forse ancora più romantico ma con la novità del mancato lieto fine.


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