Pinocchio
(Pinocchio)
1940

ATTENZIONE. Tutte le immagini relative a Walt Disney o alle opere della sua azienda, sono © Disney.

Una copertina della VHS americana Quando la "follìa di Walt Disney" lo portò a compiere la titanica impresa di realizzare il suo primo lungometraggio di animazione, il mondo capì che era iniziata una nuova era per il cinema. Come giustificare altrimenti il fatto che il secondo film di lunga durata di Disney non era il secondo della storia?
Proprio così! Anche se il suo ricordo si perde tra due grandi Classici prodotti da Walt, esiste già un film della concorrenza. I Fratelli Fleischer, già creatori di Betty Boop e di Popeye, diedero vita nel 1939 a un buon prodotto tratto da "I Viaggi di Gulliver".

Walt aveva già attinto dal repertorio europeo per la sua "Biancaneve" e lo rifece per "Pinocchio".
Walt, si sa, non era interessato a seguire alla lettera le fiabe e i racconti dai quali traeva i suoi film, voleva piuttosto crearne una sua versione, estraendone gli spunti più interessanti, modificando intere sezioni, aggiungendo o togliendo elementi.
Il burattino di legno è indiscutibilmente quello scaturito dalla mente del nostro Carlo Collodi, ma reinterpretato alla maniera di Disney.
Via, quindi, tutta la parte del ciocco di legno che si lamenta per il dolore quando Geppetto cerca di tagliarlo e il film inizia col falegname già intento a dare al pupazzo gli ultimi ritocchi. Il giocattolo non ha vita, finché Geppetto non esprime un desiderio assurdo: che diventi un bimbo vero!

La Fata AzzurraQuella notte, il cielo è sereno e una stella brilla più di tutte le altre. Non è una stella qualunque ma bensì una magica creatura: la Fata Azzurra che, da lassù, ha ascoltato le preghiere dell'anziano uomo e ha deciso di realizzarle, in premio per una vita all'insegna della bontà. Un solo colpo di bacchetta e quel burattino inizia a vivere di vita propria. Questo non fa di lui un bimbo vero, ma se saprà dimostrarsene degno, un giorno lo sarà davvero.

Qui prende il suo ruolo il Grillo Parlante, fino a questo punto narratore e, al massimo, spettatore degli eventi. Ora, grazie ad una promozione sul campo, diviene la "Coscienza Ufficiale" di Pinocchio. Sarà lui ad indirizzarlo (purtroppo senza troppo successo) verso al via giusta.
Il Grillo è un personaggio emblematico della politica di personalizzazione di Walt Disney poiché, pur arrivando direttamente dal racconto originale, è completamente trasformato. Il petulante consigliere di Pinocchio, severo e insistente (come ben si addice ad una vera coscienza) diventa qui vagamente goffo e, soprattutto, dotato di grande simpatia. Nel racconto di Collodi, il Grillo viene schiacciato da Pinocchio con un martello, salvo poi ritornare in veste di spirito guida. Nel film di Disney, non solo il Grillo non muore, ma viene insignito dalla Fata della medaglia d'oro per i suoi meriti di Coscienza Ufficiale.

PinocchioPinocchio non è in grado di distinguere il Bene dal Male e così, ogni qualvolta sfugge al controllo del Grillo si ritrova nei guai.
Il primo giorno di scuola, salutati sull'uscio di casa papà Geppetto, il gattino Figaro e il pesciolino Cleo, Pinocchio si lascia subito traviare dal Gatto e dalla Volpe, finendo non più sui banchi di scuola ma sul palcoscenico del teatro dei burattini di Stromboli (già, nel film si chiama così, anche se il pubblico italiano continua a chiamarlo "Mangiafuoco"). Un burattino in grado di muoversi senza l'ausilio dei fili è una miniera d'oro per un burattinaio. Vendendoglielo, il Gatto e la Volpe hanno ricavato un bel gruzzolo.

Prigioniero di StromboliIl Grillo, amico prima che tutore, corre in aiuto del piccolo, cercando così di riportarlo sulla retta via e rendere un servigio al buon Geppetto, colmo di dolore per la scomparsa del suo pupillo.
Tocca alla Fata, però, il compito di consentire la fuga di Pinocchio, in cambio della promessa di una buona condotta. Le promesse del burattino non sono purtroppo molto affidabili, così il Gatto e la Volpe hanno buon gioco nel traviarlo per venderlo di nuovo. Questa volta, la transazione lo conduce al leggendario Paese dei Balocchi, vero paradiso dei monelli dove non esiste lo studio, non ci sono regole e tutto è consentito. Il buon senso insegna che un ragazzino che cresce così non sarà altro che un asino. Ovvia la morale Collodiana nella vicenda della trasformazione dei piccoli in veri e propri somari, che saranno poi venduti, con lauto guadagno, da individui senza troppi scrupoli.
Il burattino stringe una breve amicizia con Lucignolo, ragazzo birbante che, purtroppo, vedrà compiersi il suo destino di somarello.
Pinocchio assiste atterrito alla trasformazione dell'amico in asino. Non può far nulla per lui, nè può fare qualcosa per sè, quando si accorge che le sue orecchie sono ormai asinine e gli è spuntata una vistosa coda.

Dov'è ora il Grillo?
Naturalmente lo ha seguito fin lì, continuando a consigliarlo per il meglio. Ora è chiaro che aveva ragione lui.
Bisogna lasciare il Paese dei Balocchi in fretta. Pinocchio e il Grillo fuggono e, alla fine, tornano alla casupola di Geppetto. La trovano vuota, però.

L'anziano falegname, fabbricante di splendidi giocattoli, ha lasciato tutto per andare in cerca di Pinocchio. Un messaggio della Fata rivela che l'uomo si è perso in mare, finendo nella pancia di una balena.
Pinocchio non esita un secondo e parte, il Grillo consiglia prudenza, ma sa che nulla fermerà il burattino. La cosa giusta, 'stavolta, è la più rischiosa.

Pinocchio e il Grillo trovano la balena e finiscono anche loro nel suo ventre. Non è la fine, però. Piuttosto è l'inizio della riscossa. Pinocchio trova Geppetto e, ora, la famiglia è riunita. Si torna a casa! Già, ma come?
Pinocchio accende il fuoco nella pancia dell'enorme mammifero marino, inducendolo a starnutire. In questo modo l'uomo e il suo bambino di legno vengono scaraventati fuori dalla stessa balena che, però, non gradisce affatto la cosa. Pinocchio e suo padre sono su una piccola zattera in mezzo al mare con una gigantesca balena che li attacca. Una provvidenziale scogliera è la loro salvezza ma, quando si cerca il burattino, lo si trova rivolto a faccia in giù nell'acqua. Ad un passo dalla riva.

Geppetto lo piange per morto, quando sul letto del piccolo immobile arriva una luce accompagnata dalla dolce voce della Fata Azzurra. Il sacrificio di Pinocchio per il suo anziano padre, non è la prova migliore che il piccolo merita di diventare un bambino vero?

Una allegra foto di gruppo

"Pinocchio", il secondo lungometraggio animato di Disney, si apre con alcune sequenze memorabili sul piano tecnico. L'utilizzo della Multiplane Camera di Ub Iwerks, consentì ad esempio la sequenza in cui l'immagine si sposta dalla casa di Geppetto fino alla Stella, per poi mostrare una panoramica del villaggio.
Degna di nota anche la scena di Pinocchio in fondo al mare, con un effetto ondeggiante molto efficace e una animazione che crea davvero l'illusione del movimento subacqueo.
Belle le musiche del film, sia nei brani cantati che in quelli di accompagnamento. La canzone iniziale, cantata dal Grillo Parlante è diventata un emblema di tutta l'opera di Walt Disney recitando: "When you wish upon a star, makes no a difference who you are, anything your heart desires will come to you". Letteralmente diventa più o meno: Quando credi in una stella, non importa chi tu sia, tutto quello che il tuo cuore desidera verrà da te. Se non è Disney questo...

Presso il pubblico italiano, il film non ebbe all'inizio il successo che merita anche perché sono molte le differenze dal racconto di Collodi. Come spesso è accaduto per i film Disney, il tempo ha rivalutato il prodotto assegnandogli la corona di film indimenticabile.


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