Le follie dell'Imperatore
(The Emperor's New Groove)
2000

ATTENZIONE. Tutte le immagini relative a Walt Disney o alle opere della sua azienda, sono © Disney.

La locandina del film Il Natale del 2000 è passato senza che l'abituale appuntamento col classico d'animazione Disney venisse rispettato. O meglio, il film d'animazione è arrivato, ma le abitudini sono state comunque messe in secondo piano. Le festività del 2000 hanno portato nelle sale cinematografiche "Dinosauri", un film realizzato al computer che, per sua stessa natura, è diverso dalle pellicole "tradizionali".
Era già successo che la Disney saltasse uno dei suoi appuntamenti annuali (abitudine nata sul finire degli anni ottanta), ma in quel caso l'effetto si sentì solo in America, mentre in Italia la pellicola arrivò in tempo per Natale. Era il 1994, il film era "Il Re Leone".

Il primo film d'animazione del 2001 (e il primo del millennio quindi) é in Italia "The Emperor's New Groove", "Le Follie Dell'Imperatore". "Primo", perché anche "Atlantis" è del 2001 ma, mentre "Le follie" è una produzione del 2000, il secondo film è uscito lo stesso anno sia in patria che da noi.

Questo film è stato una sorpresa per diversi aspetti, a cominciare dal fatto che, questa volta, non è stata messa in moto la mastodontica macchina commerciale della Disney. Vale a dire che il film non è stato preceduto da mesi di "indiscrezioni", di trailer, di notizie esclusive in vari programmi televisivi. Quello che c'era da scoprire lo si è in buona parte scoperto al cinema. In fondo è giusto così.
E che cosa abbiamo scoperto? Abbiamo scoperto (o riscoperto?) il piacere di un cartone che non punta al realismo computerizzato. Lo stile visivo di "Le Follie dell'Imperatore" ricorda in qualche modo quello asciutto e spigoloso di "La Spada nella Roccia" del 1963. Il ritmo, invece, è quello di "Aladdin" (1992) nei momenti in cui domina il Genio. Il film scivola via gradevolmente di gag in gag. Nell'insieme si ride di gusto.

Sorprendente anche l'assenza di una storia d'amore, anche solo accennata. Solo Pacha pare avere un cuore, ma è già felicemente impegnato con la sua dolce moglie.
La trama complessa che ha caratterizzato la Disney nei classici della rinascita? Assente anch'essa.
E le canzoni? I toni da musical? Non ci sono.
Un film mancato, allora? Per niente!! "The Emperor's New Groove" riprende la godibilità dei migliori short della Disney, propone decine di situazioni esilaranti, magari banali, ma divertenti. Offre personaggi simpatici.
Riassumendo il concetto: un'ora e venti di divertimento.

Kuzco e "l'uomo sigla"La malvagia Yzma in tutto il suo... splendoreLa vicenda narrata ci porta indietro nel tempo fino agli splendori dell'epoca precolombiana dell'America Latina. Qui facciamo conoscenza con un eroe disneyano particolarmente antipatico: l'imperatore Kuzco.
Il giovane e arrogante monarca non ha a cuore nulla se non se stesso. Non ha rispetto di nulla se non di se stesso. Nel suo regno può capitare di venire defenestrati senza indugio per aver interrotto il ritmo al re.

Quando Kuzco convoca a palazzo il capovillaggio Pacha, incontriamo il secondo dei protagonisti di questa storia. L'uomo è agitato per l'incontro col re e resta giustamente deluso quando scopre che il motivo è una semplice informazione. Kuzco vuol sapere quale lato della montagna sulla quale vive la gente di Pacha è più esposto al sole! Ma non è tutto, al re questo interessa perché ha intenzione di radere al suolo il villaggio dell'uomo per costruire al suo posto un palazzo con annessa piscina!!!

Mentre Pacha torna sconsolato alla sua casetta, gli intrighi di palazzo ci portano a conoscere gli altri due personaggi chiave della storia. Si tratta della perfida (e divertentissima) consigliera del re Yzma, strega e fattucchiera, e del suo servo Kronk. Questa strana coppia si propone di avvelenare il giovane monarca così da acquisire il potere (Yzma, almeno), ma Kronk combina un provvidenziale pasticcio e anziché il veleno, offre a Kuzco una pozione che lo trasforma in lama. In queste vesti il re finisce in modo rocambolesco a casa del buon Pacha e, con lui parte alla riscossa. Pacha è disposto ad aiutarlo per due motivi: primariamente per la sua innata bontà d'animo, e poi perché forse così facendo potrebbe convincere Kuzco a non abbattere il suo villaggio.

Il buon Pacha e la sua dolce moglieKuzco deve assolutamente tornare a palazzo e ha assoluto bisogno di Pacha, questo però non vuol dire che il villaggio sia salvo. Il re è sempre arrogante, indifferente, insensibile e tante altre cose, tutte negative. Nella coppia dei buoni, Kuzco è la parte cattiva.
A palazzo, intanto, Yzma scopre che Kronk non ha ucciso il re e parte alla sua ricerca per mettere fine alla storia.
Mentre le due coppie si dirigono verso le loro mete, il film regala momenti di ilarità pura e ci insegna a provare antipatia per il protagonista Kuzco. L'eroe positivo della vicenda è senz'altro il buon Pacha, che in più di un occasione rischia la vita per l'uomo (anzi, il lama) che intende abbattere la sua abitazione, anche quando è chiaro che questi non intende rinunciare al suo progetto.
Nella coppia di cattivi, invece, esiste un elemento buono: Kronk. L'uomo, dotato di grande forza fisica, è anche sensibile e gentile e, non ultima cosa, ha un passato da militante nel corpo delle.... Giovani Marmotte, esperienza che gli consente di comprendere la lingua degli scoiattoli (!).

L'incontro tra Kuzco e Yzma avviene a palazzo, nel rifugio segreto dove la strega conserva le sue pozioni. Qui la frenesia che ha ritmato il film aumenta a dismisura quando anche la donna subisce una trasformazione accidentale e non è rimasta che una dose dell'antidoto. Chi lo berrà? Yzma o Kuzco?
Mentre Pacha continua la sua opera di assistenza al monarca senza cuore, costui, piano piano, impara che avere tutto quello che si desidera può equivalere a non avere nulla. Il potente imperatore ce l'ha mai avuto un amico? Forse sì, adesso sì.

Per chiudere, qualche riflessione sul film.
Appare chiaro che la Disney della fine degli anni novanta stava cercando di diversificare i suoi prodotti che, ormai, rischiavano di divenire troppo simili tra loro. Già nel successivo "Atlantis" sarebbero tornati i toni da Kolossal e il gusto del grandioso. "L'imperatore" è una produzione che riesce a divertire, ma divertire davvero, senza sforzarsi di meravigliare il pubblico per la tecnologia imperante ("tecnologia", non "tecnica". La tecnica c'è sempre). La gara intrapresa da diverse major di Hollywood per creare il più realistico degli effetti speciali, non coinvolge la pellicola che, proprio per questo risulta più godibile. Si ha l'impressione che non si sia prodotto un film da albo d'oro, ma "solo" un film per il pubblico.
E il pubblico siamo noi.
Il prossimo film sarà ipertecnologico? Ben venga! Ma ben vengano anche prodotti come "Le Follie dell'Imperatore", commedie ritmate, con personaggi simpatici e idee azzeccate. Scusate se è poco.

Un accenno anche al lato musicale. Le sette note da sempre accompagnano il cinema d'animazione disneyano; sul finire del ventesimo secolo si è sparsa la voce che le cose dovevano cambiare. Qui di musica ce n'è, ma solo d'accompagnamento. Se si eccettua il canto iniziale del re, nessuno canta in questo film. L'unica canzone è nei titoli di coda ma....ATTENZIONE, è opera di STING e di nuovo, scusate se è poco.


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