Una parte della mente di Walt Disney restò quasi esclusivamente dedicata al personaggio a lui più caro, Mickey Mouse, anche quando il topo volto al buonismo si vedeva superare in gradimento dall'irascibile Donald Duck o, addirittura, da eroi di altre case.
Come è tipico per prodotti di questo genere, i due segmenti sono assolutamente diversi tra loro.
Ad introdurre il pubblico nel mondo creato dagli artisti Disney è il Grillo Parlante di "Pinocchio" che, cantando una gradevole canzone si muove sulla scena fino ad incontrare una bambola ed un orsacchiotto. Insieme a loro si mette ad ascoltare un disco che racconta la storia di "Bongo", un orsetto star del circo.
Il piccolo Bongo è un perfetto acrobata che stupisce il pubblico ad ogni spettacolo. Perfettamente a suo agio sulla scena, l'orsacchiotto è invece triste e solo dietro le quinte. Ingabbiato e incatenato, Bongo non ne può più di quella vita e sogna la libertà dei boschi e delle montagne, ma è un sogno vano. Oppure no?
Bisogna dire che la vita nei boschi non è tutta rose e fiori. Non è facile trovare un letto per la notte e non c'è un tetto sulla testa quando piove. Bisogna anche procurarsi il cibo. Ma è bello comunque.
L'arrivo del gigantesco orso Bullo potrebbe forse incrinare la meraviglia di quei momenti, ma Lulubelle lo ferma mentre si scaglia sul suo nuovo amico. La vezzosa orsacchiotta si avvicina a Bongo e gli da... un ceffone! Bongo non capisce ed è totalmente spiazzato. Cosa ha fatto per meritarselo?
Forse non è troppo tardi e, anche se questo vuol dire sfidare apertamente Bullo, Bongo deve rimediare all'errore. Non c'è altra via.
Una delle operazioni di rilancio di Topolino lo vedeva protagonista di un lungometraggio ispirato alla fiaba di "Jack e il Fagiolo Magico" e il progetto sembrò sufficientemente valido.
Subì però un cambio di destinazione e l'avventura venne raccontata in un mediometraggio distribuito nelle sale insieme ad un altro film di durata analoga. Insomma: ci troviamo davanti ad un film a episodi.
Una leggera scossa alla grata del vagone che lo trasporta chissà dove è sufficiente per far scivolare via il lucchetto che gli preclude la libertà. Che colpo di fortuna! Bongo decide di approfittarne ed è presto felicemente immerso in un mondo nuovo: un bosco!
La cosa più bella di tutte, però, Bongo la vede ora: è Lulubelle, una deliziosa orsacchiotta che gli sorride benevola. WOW!
I due orsetti vivono il loro idillio fra fiori e nuvolette, tra sogno e realtà.
Quello che un orsetto cresciuto in un circo non sa è che gli orsi manifestano il loro amore a suon di schiaffi! Lulubelle gli si è dichiarata e lui non ha nemmeno risposto!
Il protagonista è, manco a dirlo, Topolino, coadiuvato meravigliosamente da
Paperino e Pippo. I tre sono dei contadini ridotti alla fame da quando l'Arpa Magica che garantiva col suo meraviglioso canto la prosperità alla Valle Felice è sparita. Topolino baratta la sua ultima mucca con un pugno di fagioli magici, che Paperino, però, getta via in un impeto di nervi.
I fagioli germogliano comunque e, in una sola notte, generano una pianta che arriva fino alle nuvole, portando con sè l'intera casa del trio. Al risveglio, Topolino, Paperino e Pippo sono davanti ad un enorme castello tra le nubi. Vi si avventurano e incontrano dapprima l'Arpa Magica e poi il Gigante Willie, che non ha nessuna intenzione di rendergliela.
E' una delizia seguire le avventure dei tre eroi nel tentativo di rubare la chiave dal taschino (o tascone?) del Gigante per liberare l'Arpa. Uno spettacolo la fuga dal castello (con il celebre tappo di spumante usato da Topolino un po' come fosse un cavallo e un po' come fosse un razzo). Bellissime le animazioni del gigante, soprattutto (ma non solo) nell'inseguimento e nella discesa dalle nuvole tramite la pianta.
Questo personaggio ha lasciato il segno ed è apparso in altri prodotti Disney nel corso degli anni, tanto che il nome "Willie" che gli si associa non nasce in questo film, dove lui è semplicemente "il gigante".
"Bongo e i Tre Avventurieri", uscito nel 1947, risente del clima del dopoguerra. Nondimeno è piuttosto celebre, soprattutto nei singoli brani distribuiti in seguito anche separatamente. In special modo "La Valle Felice" gode di un buona popolarità, peraltro assolutamente meritata, nella sua versione televisiva, arricchita di alcune sequenze nel 1960 e distribuita poi, con buon successo nell'epoca dell'Home Video. Anche "Bongo" comunque, è tutt'altro che sconosciuto.
"Valle Felice", unanimamente riconosciuto come uno dei momenti migliori della carriera del Topo, segna anche una sorta di svolta nella "vita artistica" del personaggio poichè per la prima volta la voce di Mickey Mouse non fu il falsetto dello stesso Walt Disney ma quello di Jim MacDonald, che si occupava degli effetti sonori.
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