Gli Aristogatti
(The Aristocats)
1970

ATTENZIONE. Tutte le immagini relative a Walt Disney o alle opere della sua azienda, sono © Disney.

La locandina dell'edizione del 1993 Era il 24 Dicembre 1970 quando la Walt Disney Company presentò il primo film d'animazione prodotto dopo la morte di Walt Disney. In realtà già "Il Libro della Giungla" era uscito qualche mese dopo la scomparsa di Walt, ma "Gli Aristogatti" fu prodotto interamente senza l'ausilio e la guida del fondatore della factory.

Lo stile grafico appare asciutto e senza picchi tecnici, ma non è detto che sia una pecca. Per raccontare la storia di una famigliola di gatti non è richiesto uno sfoggio particolarmente grande di tecnologia. Inoltre va anche detto che negli anni '70 lo stile dei cartoon era questo e, anzi, il cinema nella sua interezza non puntava quasi mai alla grandiosità.
I punti di forza di questa pellicola sono nella simpatia dei personaggi, nell'intreccio gradevole, nelle musiche orecchiabili e, quindi, nello stile Disney di sempre che, seppure inevitabilmente reinterpretato, è sopravvissuto al grande Walt.

Qualcuno ritiene che la storia sia ispirata ad un fatto reale accaduto all'inizio del 1900, quando una ricca signora francese lasciò il suo patrimonio ai suoi adorati gatti, mettendo in secondo piano il fedele maggiordomo. L'uomo, quindi, prese provvedimenti, ma la cosa non funzionò.
Vera o no che fosse la storia, questo è in sintesi il racconto de "Gli Aristogatti".

Madame Bonfamille e EdgarMadame Bonfamille è una ex attrice di teatro che vive sola in una grande casa con la sola compagnia del maggiordomo Edgar e dei suoi gatti: Duchessa e i cuccioli Minou, Bizet e Matisse. La vita scorre tranquilla per tutti fino al giorno in cui Edgar scopre che la padrona di casa pensa di lasciare tutte le sue sostanze a Duchessa e i suoi gattini e che solo alla loro morte lui entrerebbe in possesso del denaro. Il buon maggiordomo, allora, rivela la sua natura avida e mette in atto un piano semplice e diabolico: approfittando della assoluta fiducia che i gatti hanno in lui, somministra loro un potente sonnifero e poi li porta lontano da casa, in un campo dove li abbandona. Ora è lui il solo erede di Madame.

Nonostante uno spiacevole incontro con i cani Napoleone e Lafayette, tutto è filato liscio per Edgar.

Edgar prepara la crema col sonniferoDuchessa e i piccoli sono spaesati e non sanno cosa fare; non sono abituati a vivere per la strada e non sono sicuri di essere in grado di tornare a casa. Il loro primo incontro è quello più importante: fanno la conoscenza di "Romeo, er mejo gatto del Colosseo" che, sotto la scorza di bullo di strada, nasconde un cuore e un coraggio degni di ammirazione.
Inizialmente Romeo si avvicina attratto dall'avvenenza di Duchessa e la scoperta dei tre cuccioli lo coglie di sorpresa, ma poi decide di dare una mano (anzi, una zampa) alla famigliola in difficoltà.
Il quartetto inizia il suo viaggio tra incontri buffi e guai seri. Divertenti i personaggi di Adelina e Guendalina, due simpatiche oche che si aggiungeranno al gruppo.

La strada verso casa è lunga, e quando giunge la notte, i gatti sono ancora solo alla periferia della città. Per fortuna Romeo ha proprio in quella zona il suo... superattico, che divide con un gruppo di amici esperti suonatori di Jazz. Una serata di festa precede una notte di sonno meritato.

La famigliola di gattiAll'alba il viaggio riprende e, questa volta, la meta è vicina. Duchessa, Minou, Bizet e Matisse arrivano a casa.
Ad accoglierli, però, trovano Edgar che non è affatto felice di vederli e, anche davanti al dolore di Madame Bonfamille, l'uomo non indietreggia e le fa credere che non erano i suoi gatti che ha sentito miagolare.
La donna, sconsolata, si fa da parte e Edgar cerca di eliminare i gatti spedendoli a Timbuctù. Questa volta, però, tutti gli animali di casa sanno chi sia in realtà il maggiordomo apparentemente irreprensibile e partono alla riscossa; Edgar si batte finché può, ma ha contro un piccolo esercito di gatti, cavalli, topi e chi più ne ha più ne metta. Alla fine un baule parte davvero per Timbuctù, ma dentro non ci sono i gatti.

Un film divertente e gradevole da vedere, una pellicola che col tempo è entrata a pieno titolo nella categoria dei Classici di Disney e che regala momenti da ricordare. La canzone che canta Romeo alla sua prima apparizione è divertente e, per giunta, il gatto si esprime con uno spiccato accento romanesco che lo rende ancora più simpatico.
Nell'edizione originale Romeo si chiama Thomas O'Malley ed è di origini irlandesi. La traduzione ha quindi stravolto il personaggio ma, ormai da decenni, per noi lui è Romeo, er mejo gatto del Colosseo.


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