Il Ritorno di Jafar
(The Return of Jafar)
1994

ATTENZIONE. Tutte le immagini relative a Walt Disney o alle opere della sua azienda, sono © Disney.

La copertina della VHS Nel 1990, ad un anno dal grande ritorno della Disney con "La Sirenetta", arrivò nei cinema quello che fu presentato come il primo sequel di un Classico Disney. A tornare sulle scene furono i topolini Bianca e Bernie in "Bianca e Bernie nella Terra dei Canguri". Fu un evento a suo modo eccezionale.
L'idea di riprendere personaggi già noti per nuovi lungometraggi divenne poi una costante della produzione Disney anche se, purtroppo, con risultati spesso non proprio eccelsi.
Va però detto che questi seguiti nascono per un mercato domestico e non sono destinati alle sale, il che giustifica un minor impiego di forze e fondi e, dopotutto, non intacca troppo il film modello.

Nel 1994, ad inaugurare questo nuovo filone di lungometraggi Disney, arrivò la seconda parte del racconto di "Aladdin", che rimetteva in campo il torvo Jafar, elevandolo al ruolo di protagonista nella cover della VHS e, addirittura, nel titolo stesso.
Al cinema, l'avventura di Jafar terminava in una lampada magica che avrebbe dovuto perdersi per qualche secolo nella Caverna delle Meraviglie. Invece, tra le dune del deserto, all'indomani della sua disfatta, Jafar torna alla luce del sole.
Il furbo ladruncolo Aladin, lo aveva intrappolato convincendolo ad ottenere i poteri (e i limiti) di un Genio, così ora Jafar è costretto a realizzare i desideri altrui, anzichè i propri.
Nel momento in cui Jafar otteneva la potenza dello stesso Genio azzurro, compagno di Aladin, si vincolava alla schiavitù eterna della sua nuova condizione. Il Genio che gli ha conferito quei poteri, si era visto poi donare la libertà dal suo padrone Aladin, anche se al prezzo di una riduzione delle proprie possibilità magiche.

Jago si libera dalla LampadaIl pappagallo Jago, da sempre servo di Jafar e suo compagno di prigionia, lo lascia e ritorna ad Aghrabah, dove spera di trovare fortuna. Sarà Abis Mal a venire in possesso della lampada magica che conferisce il potere assoluto sul Genio Jafar. Si tratta di un ladro a capo di una banda di malandrini, non in grado di governare un potere così grande. Tra il genio malvagio e il suo padrone si instaura uno strano rapporto in cui, di fatto, è la creatura magica a comandare.
Abis Mal non è che il mezzo per il ritorno a palazzo di Jafar.

Jago, intanto, riesce a guadagnarsi la fiducia di Aladin, rientrando in questo modo nel palazzo del Sultano, anche se non certo con tutti gli onori. Se da un lato Aladin è pronto a ricredersi, infatti, è ancora troppo fresco il ricordo delle sue malefatte al soldo di Jafar, che mirava al trono. Nè il sultano, nè tantomeno la bella Jasmine possono sorvolare su quei fatti e Aladin rischia molto per i suoi contatti col pappagallo.

Jafar in versione GenioDal deserto arriva la carovana di Abis Mal, con tanto di Genio malefico. Jafar trova Jago ormai entrato a palazzo e vede in lui la carta vincente per il compimento della sua vendetta. Jago, seppur poco convinto, asseconda il suo antico padrone tornato nel pieno dei suoi poteri.
Il Genio Malvagio e quello buono si affrontano, ma l'eroe simpatico e travolgente del primo film, può poco contro le arti magiche di Jafar e finisce imprigionato.
Ben presto Jafar regala una sorte analoga anche a Jasmine, al Sultano e a Aladin.
Il potere è suo, e del suo braccio destro Jago, che ha tradito i suoi nuovi amici alla prima occasione.

Il Genio imprigionatoIl pappagallo opportunista, però, riflette sulle sue stesse azioni e sugli obbiettivi di ognuna di esse. Deve decidere cosa è meglio tra il potere che Jafar gli offre e l'amicizia di Aladin e gli altri.
Il servo di Jafar prende la sua decisione a costo della vita e si rivolta al suo padrone.
In uno scenario di fuoco e fiamme creato dalle forze di Jafar, un pappagallo vola verso la lampada magica, al cui destino è legato il Genio che la abita, e la distrugge, non senza scontrarsi col suo antico padrone.
Il coraggio mostrato dalla creaturina, gli vale finalmente la riabilitazione. C'è davvero del buono in lui, seppure molto nascosto...

Aladin, Jasmine e la piccola Abu

Tra i pregi di questo film c'è quello di non appoggiarsi sulla computer grafica, preferendo l'animazione tradizionale. Il Tappeto Magico, per esempio, che in "Aladdin" era interamente realizzato al computer, qui è animato manualmente, perdendo tutti gli arabeschi decorativi ma non per questo risultando troppo snaturato.
Non è una scelta artistica, bensì un fatto economico, ma il risultato è gradevole.
La storia si incentra sulla rivalutazione del personaggio di Jago, rendendo tutto un po' più infantile del film modello e si sente la mancanza (in originale) della voce di Robin Williams per il Genio, anche se in Italia ci possiamo godere anche qui l'ottimo Gigi Proietti.
In fase di realizzazione, le voci originali contribuiscono alla definizione dei personaggi, ecco perché il Genio risulta meno vivace.

Nel complesso però, il film rimane godibile e vale la visione.
Forse, più che al film del 1992, "Il Ritorno di Jafar" è legato alla serie televisiva che ne derivò, con i pregi e i difetti che questo comporta.
In seguito avremmo visto sequel per l'Home Video ben peggiori, purtroppo.


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